venerdì, Marzo 29, 2024

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Smart Working: Appello agli Imprenditori e Manager italiani

Questo è un piccolo report sui noti benefici dello smart working o anche detto lavoro agile, in remoto, telelavoro.

In questo articolo illustrerò brevemente i vantaggi per l’impresa e i manager (o in generale coloro che hanno potere decisionale sulle politiche del personale) nell’adottare queste politiche del personale con fonti a più livelli di approfondimento.

Se volete una panoramica generale e andate direttamente alla tabella in cui riassumo tutto. Qualora siate interessati ad approfondire, perché volete capire meglio o siate scettici inserirò dei riferimenti più strutturati.

Appello agli imprenditori o manager

Lo smart working è una politica del personale. Politica è una parola che oggi fa paura eppure il suo significato più puro è “che riguarda la pόlis, la città-Stato”, molto distante dalla deriva recente nel Mondo.

La politica, e quella del personale non fa eccezione, è uno spirito di fare del bene ai propri dipendenti e cittadini, ma a volte si può fare anche nella società civile e senza bandierine di un colore politico.

La politica del personale è pensata per migliorare la qualità della vita (e del lavoro che è parte della vita) dei propri lavoratori. I manager, imprenditori ed HR ne sono responsabili. Mi piaceva molto il termine “dirigente” perché nella parola si capiva di più la sfumatura di dirigere “Volgere verso una meta, avviare in una determinata direzione” (Treccani) i collaboratori, dipendenti, in generale le persone dell’azienda.

Cari Manager, siete anche dirigenti, non dimenticatelo.

Le classi manageriali devono essere aperta e propense ad avviare nuovi percorsi e modelli organizzativi più flessibili, per migliorare proprio la qualità del mercato del lavoro italiano e la nostra competitività. Stiamo diventando vecchi e tristemente provinciali o marginali nel Mondo che conta. Stiamo smettendo di inseguire i migliori e qualche rara eccezione trova il tempo che trova.

Lo smart working va proprio in questa direzione. Si tratta di una politica del personale pensata e centrata sull’esigenza dei portatori di interesse (stakeholeder in inglese per quelli “studiati”, ossia tutti i lavoratori, abitanti della zona di residenza delle aziende e soprattutto i manager e gli imprenditori).

In pratica tutta la società in senso ampio (ambientale, sociale, riproduttivo, economico ecc.) beneficia direttamente o indirettamente all’introduzione dello smart working.

Non parlo ai visionari, ma agli imprenditori italiani delle piccole e medie imprese soprattutto da poche unità fino a 500 dipendenti. Il fenomeno è già consolidato nelle altre tipologie di imprese ed esiste già una normativa solida.

La definizione di smart working, contenuta nella Legge n. 81/2017, pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone)” (Ministero del Lavoro e le Politiche Sociali).

Ricordate imprenditori che esiste una responsabilità sociale d’impresa e voi siete parte di una società, renderla migliore aiuta il tessuto in cui siete inseriti, i vostri quartieri e strade.

Grafico effetti positivi smart working produttività assenteismo soddisfazione personale per politiche HR

Vantaggi per l’azienda

Sono davvero numerosi e sono tantissime le ricerche nazionali ed internazionali che trattano il tema. In Italia è particolarmente attivo il Politecnico di Milano e l’Osservatorio sullo smart working (sito qui).

L’infografica già evidenzia bene i vantaggi, ma per approfondire il tema suggerisco un articolo ampio e generale (qui) o una ricerca della Bocconi centrata sulla produttività (qui). Anche Randstad sta monitorando a cadenza regolare il fenoneno (qui). Pure cercando su Google in generale giornali sia di tipo economico che generalista c’è tanto materiale sia in italiano che in inglese.

Sapere aude diceva Immanuel Kant, ossia “Abbiate il coraggio di sapere” (e aggiungo di sperimentare con la curiosità tipica degli imprenditori).

Vantaggi per la società e le persone

1) Aiuta la natalità

Lo smart working aiuta l’equilibrio tra sfera privata e lavorativa creando un maggiore equilibrio. Questo è un tipo di politica che permette alle donne di decidere maggiormente in modo sereno di avere figli. In Italia viviamo una “depressione demografica” (Sartor 2010, Livi Bacci 2005) cioè l’intenzione di avere figli è minore rispetto a quelli poi che si hanno perchè oggi in Italia hanno figli soprattutto le persone che lavorano e possono mantenerseli (Rapporto sulla popolazione. L’Italia nella crisi economica, De rose e Strozza).

2) Gestione della famiglia, anziani e disabili

Lo smart working permetterebbe di gestire in modo più flessibile il proprio tempo, permettendo di far coinciliare la propria vita con le proprie esigenze personali e familiari, senza dover scegliere tra lavoro e vita personale. Spesso si parla dei figli, ma anche disabili e soprattutto anziani vanno considerati. Considerate che l’età media italiana è 45,2 anni (Istat 2018) ed è previsto che aumenterà ancora.

3) Riduzione inquinamento, stress o ore dedicate ai trasporti

Molti spostamenti possono essere evitati e questo impatta sulla circolazione di veicoli per le strade e dunque sull’ambiente e stress. Una ricerca chiamata Added Value of Flexible Working e commissionato da Regus si è interessata di questo tema in modo specifico e serio (qui), Si tratterebbe, infatti, di 214 milioni di tonnellate l’anno di CO2 in meno entro il 2030, ovvero la stessa quantità di CO2 che verrebbe tolta all’atmosfera da 5.5 miliardi di alberi.

Inoltre ci sarebbe risparmio di 3,53 miliardi di ore impiegate all’anno per raggiungere il posto di lavoro. Questo porterebbe anche ad un risparmio economico per questi trasporti (biglietti sempre più cari delle metro, benzina, autostrade ecc.) il risparmio stimato sarebbe di 10.000 miliardi di dollari.

Quanto sarebbe “bello” per una azienda poter scrivere un post o un articolo in cui si dice “Introduciamo lo smart working per aiutare i bambini a nascere e le famiglie a gestire anziani e disabili” oppure “lottare contro l’emissione co2” ecc. Addetti marketing e commerciali pensateci pure solo per pubblicità.

4) Lotta alla fuga dei cervelli e allo spopolamento delle piccole città, paesini e periferie

Qui non ho dati, ma io sono un testimone diretto. Attualmente lavoro da Napoli per una società di Milano totalmente in remoto. Sono forse uno dei primi italiani e meridionali che ha potuto scegliere di non partire pur lavorando per una azienda non del mio territorio. Il fatto che sia italiana è un caso, poteva essere tranquillamente straniera (basta conoscere l’inglese). Ho tanti colleghi che si trasferiscono a Milano per lavori spesso poco pagati e consumano quasi il 40% del proprio stipendio solo per l’affitto. Poter lavorare in remoto o anche in smart working consentirebbe a molti di ridurre le spese e poter avere un tenore di vita maggiormente dignitoso e chi vuole può anche rimanere nei propri Paesi e nelle proprie città. Restare nei propri territori e lavorare significa crescere e permettere poi di riversare le proprie esperienze sul territorio stesso.

In fondo i nostri nonni, padri e figli che migravano già dopo l’unità d’Italia da tutta Italia verso l’estero (USA in primis) inviavano i soldi guadagnati a casa e poi spesso tornavano con l’esperienza e la volontà di creare qualcosa qui come avevano visto lì oltre l’oceano.

Con il lavoro in remoto e lo smart working possiamo iniziare a pensare di fare lo stesso, senza muoverci fisicamente e magari alimentare anche una nuova generazione di imprenditori.

Alimentare una discussione e mostrare su LinkedIn i benefici è solo un primo passo. Si deve diffondere il messaggio affinché arrivi a più manager,HR ed imprenditori possibili. 

Fammi sapere che ne pensate nei commenti se volete. #BeYourHero

 

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