mercoledì, Aprile 24, 2024

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Olimpiadi 2021, Mattarella: “Messaggio di speranza universale”

“Queste sono le prime Olimpiadi e Paralimpiadi dopo la pandemia, dopo questa pausa di un anno, di un pandemia che ha provocato milioni di morti, ha frenato l’economia mondiale, ha compresso la vita sociale in tutto il mondo. E quindi il sentimento di speranza, il desiderio di riavviarsi che i Giochi suscitano in tutti, nel nostro come negli altri Paesi, è anche rafforzato, è molto avvertito, è molto sentito dai nostri concittadini, ma è anche rafforzato dal carattere di universalità che le Olimpiadi esprimono, dal messaggio che esse inviano, Olimpiadi e Paralimpiadi, di universalità”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale per la consegna del Tricolore ai portabandiera italiani alle Olimpiadi e Paralimpiadi, Jessica Rossi, Elia Viviani, Federico Morlacchi e Bebe Vio. ” La storia delle Olimpiadi è stata attraversata, sovente bloccata, da guerre, da tensioni, persino da terrorismo. Nel tempo che stiamo attraversando l’augurio che viene rivolto a voi a e a tutto il Paese contiene un carico di speranza, che dà un valore speciale allo sport, perché supera anche il suo ambito”. 

“Nel mondo abbiamo necessità e responsabilità comuni. Questo ci lega strettamente a tutti gli altri popoli, avvertiamo il bisogno di comprenderci, di cooperare e possiamo vincere le sfide più grandi che si presentano soltanto se le affrontiamo insieme. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono un’occasione straordinaria per sottolineare, ribadendoli, questi principi di collaborazione”. “E’ sempre stato così -ha aggiunto il Capo dello Stato- le Olimpiadi e le Paralimpiadi mandano un messaggio di pace, di fraternità, di universalità”. 

“Il presidente Pancalli e Bebe Vio hanno inviato un messaggio ad Alex Zanardi: vorrei far mio questo messaggio di augurio ad Alex Zanari e inviando a lui questo pensiero ribadiamo oggi qui la comunanza di prospettive e di intenti tra Olimpiadi e Paralimpiadi. Noi italiani avvertiamo l’orgoglio di essere stati gli apripista a Roma ’60: da allora molta strada è stata percorsa” conclude.
 

 

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